Intervista a Enrico Oldoini


TRG: Siamo qui in compagnia di Enrico Oldoini, il regista di Don Matteo. Per lui non è un arrivo a Gubbio ma un ritorno perché ha diretto anche la prima serie. Con che spirito torna a Gubbio?

Enrico Oldoini: Intanto mi viene da ridere perché sto girando un episodio che si intitola proprio "Il passato ritorna", quindi in questo caso calza perfettamente! Torno con uno spirito che è migliore della prima volta.

TRG: Perché?

Enrico Oldoini: Per tanti motivi. In parte per il desiderio di tornare qui dove ho dei ricordi bellissimi, poi mi sembra di essere venuto qua a fare una vacanza, una vacanza di lavoro, perché quando sono venuto la prima volta c'erano un sacco di problemi: era la prima volta, era una serie nuova, era una cosa tutta da inventare. Adesso mi sembra di andare in discesa, nel senso che conosco il posto, gli ambienti, i personaggi, gli attori, la troupe, siamo tutti amici fraterni, insomma: è veramente facile!

TRG: C'è qualche novità rispetto alla prima serie? Cos'è cambiato?

Enrico Oldoini: Se è cambiato qualcosa è cambiato in meglio, perché c'è più sicurezza da parte di Terence Hill, Nino Frassica, Flavio Insinna, da parte di tutti gli attori di serie insomma, sono tutti più sicuri e conoscono meglio i loro personaggi. Io devo fare veramente di meno perché devo spiegare poco. Il direttore della fotografia, i tecnici, tutti quelli che lavorano con me, sanno già come lavorare, quello che voglio. Spesso sto solo a guardare e correggo quei minimi errori che possono capitare, ripeto: è tutto più facile!



TRG: Secondo lei, qual'è il segreto di questa fiction, cos'è che ha catturato i telespettatori italiani?

Enrico Oldoini: Ma, per fortuna è andata come speravo fin dall'inizio, cioè quando sono venuto a Gubbio per la prima volta, ho trovato questo posto così magico, antico, che dava appunto un'immagine di quella Italia antica, storica, che piace anche all'estero. Io ho fatto questa serie non pensando solo all'Italia ma, siccome grazie a Terence Hill, questa fiction andrà anche all'estero, è bello far vedere un'Italia storica, con queste mura di pietra, chiese antiche, vie, strade, palazzi.....insomma, è proprio bella! Poi la prima cosa che mi ha colpito di Gubbio è che quando arrivando l'ho vista dal basso, stava dentro ad un'inquadratura, cioè è facile fare un'inquadratura e metterci tutto dentro. Il cinema, o anche la televisione, è l'arte della sintesi e quando riesci a mettere tutto dentro è proprio il massimo. Io credo che Gubbio abbia contribuito non poco al successo di questa serie. Sai, il fatto di trovare un posto dove ancora si vive e si convive in un modo che somiglia un po' alle mura di questa città, cioè antiche, non è male.
Poi il prete l'ho voluto fare così, Terence me ne rende sempre merito, un po' retrò e non spavaldo come certi suoi personaggi. E' uno che va in bicicletta con la sua coppoletta in testa, cioè uno molto umano, molto all fashion, si può dire così?

TRG: Sì, all fashion!

Enrico Oldoini: Sì, perché senza fare il fanatico, credo che abbia molta umanità, forse più umanità di quanta ne abbia avuta in tanti Trinità o che.......Certo, allora era più giovane, allegro, spiritoso, spigliato, mentre qua fa un sacerdote ma che in più ha questo tic del crimine e riesce a collaborare con i carabinieri e, non solo scopre i colpevoli, ma cerca anche di riportare a casa le loro anime, cioè di redimerli. Quindi c'è anche un messaggio di buoni sentimenti, non di buonismo ma di buoni sentimenti sì, e tutto quanto messo insieme ha fatto il risultato.

TRG: Noi la ringraziamo per questa intervista e magari, ci manda un saluto ai nostri telespettatori di Segreti dal Set?

Enrico Oldoini: E' un salutone, perché sono contento di essere qua e ringrazio gli spettatori di essere lì, ancora una volta, ad ascoltare le cose che vi raccontiamo.

Intervista a cura di Sara, tratta dalla trasmissione "Segreti dal set" di Teleradiogubbio
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